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Giubileo 2025, l'Arcivescovo di Agrigento visita la forania di Canicattì. "Riscoprire le fede concreta nel quotidiano"
di Valentina Garlandi
“Se
non vogliamo perdere il vino della nuova alleanza che è il sangue di
Cristo dobbiamo usare otri nuovi, dobbiamo rinnovare le nostre
strutture pastorali, dobbiamo avere una corresponsabilità tra
chierici e laici per rinnovare così i nostri otri e conservare
l’alleanza”. Può essere riassunto con queste parole pronunciate
dallo stesso monsignor Alessandro Damiano, durante una delle tante
celebrazioni eucaristiche in programma, il messaggio lanciato alla
comunità ecclesiale nella sua visita pastorale nella forania di
Canicattì. L’Arcivescovo di Agrigento, che dal 19 al 30 gennaio
scorsi, ha incontrato varie realtà del territorio, tra istituzioni,
forze dell’ordine, scuole, disabili, anziani, ammalati, gruppi,
movimenti, associazioni, imprenditori, ha indicato quattro ambiti di
“restituzione” sui quali concentrare l'impegno pastorale.
“Restituire a Dio il volto di padre misericordioso: riscoprire la
dimensione dell'amore di Dio, lasciandosi interpellare dall'enciclica
di Papa Benedetto XVI "Deus Caritas Est"; restituire al
Vangelo il suo vero contenuto: tornare a confrontarsi con il
messaggio evangelico in modo autentico, senza timore di essere messi
in discussione; restituire a ogni persona la dignità umana:
impegnarsi a contrastare ogni forma di negazione, offesa o
discriminazione della dignità umana, consapevoli del peso delle
parole; restituire alla comunità cristiana la concretezza di un
cristianesimo vissuto: superare il rischio di un cattolicesimo
formale (non tutti i cattolici sono cristiani), riscoprendo la
concretezza di una fede vissuta nel quotidiano”. Come lo slogan
della visita, l’arcivescovo ha invitato più volte tutti ad essere
“tessitori di speranza”. Ma dove ritrovare la speranza? “Di
certo dal Vangelo – ha risposto - dove dobbiamo cercare ciò che è
gradito al Signore”.
Il
pastore della Chiesa agrigentina è stato accolto con grande
entusiasmo sia a Canicattì che a Grotte, Castrofilippo, Camastra,
Naro e Raclmuto. A coordinare il tutto il vicario foraneo don
Calogero Morgante, collaborato in un clima di serenità dai
“confratelli presbiteri della forania”. “C’è stata grande
collaborazione vissuta un una serena fraternità sacerdotale –
racconta - il tema della visita pastorale ‘tessitori di speranza’
richiama l'opera sistematica di tessitura dei molteplici pezzi di cui
è costituita la Chiesa con i suoi carismi e ci rimette ciascuno in
movimento in vista di un servizio più organico alla comunione e
missione superando le incomprensioni, allargare la comunione e
sentirsi tutti corresponsabili. La visita dell'Arcivescovo ha fatto
emergere ancora di più una realtà di Chiesa sempre e ancora più
viva, ovviamente ci sono realtà che hanno bisogno di essere più
attenzionate per superare alcuni punti deboli e fragilità. Ho
percepito una cosa positiva e bella che c'è tanta voglia di
camminare insieme provando a dare vita e amore con la ricchezza dei
propri carismi. La mia grande emozione è stata la presenza del
Vescovo che è stato accolto con entusiasmo e gioia da parte di
tutti, istituzioni, scuole, attività lavorative, bambini, anziani,
una visita che ha lasciato il segno in ognuno di noi, il buon pastore
che si prende cura con tenerezza stimola, incoraggia, richiama,
corregge le comunità ecclesiali. ‘Amare Cristo è amare l'uomo e
il bene comune’. Mi ha emozionato la grande partecipazione di tante
persone che sono l'espressione più bella di essere Chiesa”. Dello
stesso avviso don Antonio Souza, parroco di Camastra. “La visita
pastorale si colloca così, quale occasione privilegiata per
un'opera sistematica di ricuciture, per favorire un servizio più
organico alla comunità facendo leva sulle responsabilità di ciascun
membro della società civile e religiosa per operare secondo
giustizia e verità – dichiara - Il Signore Gesù, Via al Padre
Celeste accompagni i nostri passi per riappropriarci del valore di
nuove relazioni, divenendo tessitori di speranza. L'arcivescovo ha
incontrato le istituzioni, le due case di riposo e le scuole il 24
mattina, riscontrando interesse e buona accoglienza. In particolare
gli anziani appoggiati alla struttura terza età hanno gioito nel
vedere sua Eccellenza entrare e sostare con loro in preghiera. È
stato accolto dagli alunni e docenti con canti e riflessioni. Poi il
25 pomeriggio ha incontrato gli operatori pastorali con i gruppi e
associazioni, ha presieduto l'Eucarestia, incoraggiando e spronando
ciascuno a compiere con impegno e responsabilità la propria
missione”. Sulla stessa linea anche don Angelo Gambino, parroco di
Castrofilippo. “L'ultimo vescovo che aveva svolto la visita è
stato monsignor Carmelo Ferraro, nel mese di settembre del 2003 –
rammenta - Pertanto, la comunità ecclesiale e civile di
Castrofilippo ha atteso con trepidazione la venuta del vescovo come
colui che viene nel nome del Signore. Sono stati tanti i momenti in
cui il vescovo, nonostante la sua malconcia salute, ha potuto
constatare non solo la vivacità spirituale della comunità, ma anche
l'amore per il vescovo che veniva a visitare il suo popolo.
Altrettanto amore ha manifestato la comunità civile nella persona
del sindaco, Gioacchino Baio, che non lo ha ‘mollato’ neanche un
minuto, accompagnandolo in tutti i vari appuntamenti in programma. E'
stata una giornata piena, iniziata alle con la celebrazione delle
Lodi mattutine e conclusasi con l'agape fraterna, preparata dal
Consiglio Pastorale Parrocchiale. Un'accoglienza straordinaria gli è
stata riversata dagli alunni della scuola dell'infanzia e primaria, i
quali hanno rivolto simpaticamente delle domande al vescovo che con
paterna pazienza ha ascoltato e risposto, esortando tutti, alunni ed
insegnanti, ad essere insieme tessitori di speranza in un'epoca in
cui si avverte la carenza di ascolto e di dialogo”.

A
concludere la visita il pellegrinaggio e la celebrazione eucaristica
al santuario della Madonna della Rocca, dove sono custodite le
spoglie mortali del venerabile padre Gioacchino La Lomia, scelto da
monsignor Damiano come chiesa giubilare. Giornate intense per il
Pastore della chiesa agrigentina e ricche di emozioni. “La visita
pastorale è iniziata a gennaio dello scorso anno dalla forania di
Sciacca e poi così a macchia di leopardo sono state visitate altre
cinque foranie fino a Licata e Palma di Montechiaro a dicembre.
Adesso la ripresa nel 2025 con la forania di Canicattì, dove abbiamo
voluto concludere questa visita con questo pellegrinaggio giubilare
diciamo così per celebrare insieme il giubileo di quest’anno”.
Ma cosa rimane da questi giorni? Tanti i ricordi che i fedeli
porteranno nei loro cuori, tanti anche gli insegnamenti e gli spunti
di riflessione. “Le indicazioni e le proposte che ci sono state
date dall'arcivescovo Alessandro saranno oggetto di riflessione e
discernimento con lo stile sinodale da parte di tutte le realtà
ecclesiali – promette don Morgante - Ricoprirsi parte di una Chiesa
che vive la propria espressione di fede mettendo la centralità
dell'Eucarestia, e la Parola, superando il modello di Chiesa che sa
di vecchio e di superato che non attecchisce più alla vita dei
nostri giorni, come annunciare il Vangelo in un mondo che cambia
velocemente”.
Valentina
Garlandi