Il cuore del beato Giacomo Cusmano a Canicattì per i 25 anni di professione religiosa di suor Sunitha Das

 

                                      

di Valentina Garlandi


E' stata una celebrazione ricca di emozioni e sorrisi quella del 25esimo anniversario della professione religiosa di suor Sunitha Das, superiora dell’Ospedale “Barone Lombardo” di Canicattì. A impreziosire maggiormente l’evento l’arrivo in città della reliquia del cuore del beato Giacomo Cusmano, fondatore della congregazione, del nosocomio canicattinese e della casa di riposo “Burgio-Corsello”, allora Casa di Riposo e Casa delle Fanciulle.

Il reliquiario di padre Giacomo è stato a Canicattì dal 28 al 30 novembre 2024, tra la cappella Sacro Cuore di Gesù e la chiesa intitolata alla fondatrice della clarisse. Una tre giorni dedicata alla preghiera e alla riflessione. Molto toccante la visita della reliquia nei reparti dell’ospedale. A coordinare il tutto la superiora, suor Sunitha Das, visibilmente emozionata. “Per me sono stati dei momenti di grande grazia questi tre giorni – ha detto - Abbiamo accolto il reliquiario del beato Giacomo Cusmano con tanta gioia. Il momento più bello e toccante la visita all’interno dell'ospedale, abbiamo portato il reliquiario tra i malati e loro hanno potuto pregare qualche minuto”. La madre superiora, desiderava prendere i voti fin da ragazza, ma mai avrebbe pensato di diventare infermiera e prestare il suo servizio in ospedale.

“Quando avevo 17 anni avevo il desiderio di farmi suora e grazie a un sacerdote diocesano che mi ha dato i contatti sono entrata nelle suore Serve dei Poveri – ha raccontato - A 23 anni sono arrivata in Italia e a Palermo cominciai a lavorare con gli anziani, a dedicarmi all’assistenza, visto che ero ancora molto giovane mi diedero l’opportunità di studiare al “Policlinico” di Palermo il corso di Infermieristica e così finiti gli studi sono rimasta tanti anni a Palermo. Dopo sono tornata a Canicattì e da allora mi occupo degli ammalati. Per me dopo tanti anni di esperienza, l’assistenza agli ammalati consiste anche nell’ascolto, nel conforto, nella vicinanza alle persone e loro sono molto contente della presenza delle suore in ospedale. Tante volte vedono in noi suore un conforto e questo mi dà tanta gioia perché ci insegna il beato Cusmano ‘la carità senza limiti’. Non avrei mai pensato di fare l’infermiera – ha svelato - quando ero piccola ricordo che non volevo fare i vaccini, in India ci mettevamo in fila per farli e io volevo andare via, avevo paura dell’ago, poi una suora quando cominciai a studiare mi disse che la mia missione sarebbe stata proprio quella di diventare infermiera, iniziai a fare l’insulina, io che avevo paura degli aghi, e adesso sono qui a Canicattì da tutti questi anni a prestare il mio servizio agli ammalati con tanta umiltà e penso di essere diventata una brava infermiera. Per questo voglio ringraziare il Signore che mi ha dato questa possibilità, la madre superiora che mi ha mandato a studiare, la Congregazione, per questo apostolato in cui mi ha chiamato in questo ospedale”.


La celebrazione eucaristica dei 25 anni di professione religiosa di suor Sunitha, che si è tenuta nella chiesa santa Chiara, lo scorso 30 novembre, è stata presieduta dall’Arcivescovo di Agrigento, monsignor Alessandro Damiano, ed animata dal coro delle Serve dei Poveri coordinato da suor Cristina Dumitru, ha visto la partecipazione di tantissime suore e laici della famiglia cusmaniana, giunti da ogni parte del mondo. I colori degli abiti e le musiche delle culture delle altre nazioni hanno ulteriormente rallegrato il momento. In particolare il canto d’ingresso danzato dalle nipotine di suor Sunitha. Una grande gioia per l’intera comunità. “E’ un giorno di gioia, di gratitudine a Dio per questo evento che stiamo celebrando, questo evento di grazia – ha commentato la madre generale, suor Lilia Dominguez, superiora generale delle suore Serve dei Poveri - Per noi congregazione celebrare 25 anni di professione religiosa delle suore è un dono che portiamo nel cuore e ringraziamo Dio e tutti quelli che sono venuti qui per festeggiare insieme a noi. Il nostro augurio è che con questo esempio tante altre persone, tanti giovani si facciano amici e godano anche di questa bellezza, del carisma che noi abbiamo, di servire i più fragili, i più poveri, specialmente in questo tempo così sofferto per le guerre, per la fame , per tante situazioni che non sono segni di vita”.

“Per me è una grazia avere festeggiato questi 25 anni – ha cocnluso la madre superiora del ‘Barone Lombardo’ - è un momento di ringraziamento. Questi 25 anni vissuti sono passati così velocemente, tanti momenti difficili, ma tanti anche quelli belli, ringrazio il Signore. Ringrazio la mia famiglia. Oggi sono qui mia sorella, mio cognato e le mie nipotine e questo per me è bellissimo. Ringrazio tutti per avere partecipato”.


Valentina Garlandi